Are you a Barbie Girl in a Barbie World?

Parole
Melissa Salerno
Immagini
Francesca Uguzzoni
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4

Il mondo (del marketing) ha finito la vernice rosa

I

Barbie? #Feels.

L’Allegro chirurgo, Polly Pocket, Sbrodolina, Tamagotchi: dimmi che sei un* Millennial senza dirmi che sei un* Millennial. Mettici pure una Barbie stereotipo, di quelle bionde biondissime. Magari con i capelli tagliuzzati, vestiti non originali e senza scarpe, perdute inesorabilmente. Ecco, soffermati sul ricordo di quella bambola anche se stramba comunque perfetta, in punta di piedi, sempre sorridente, con le gambe liscissime e dal leggero ombretto glitterato sulle palpebre. 

Aspetta, stai già inviando un whatsapp a tua madre chiedendole dove l’abbia messa? 

Barbie il film

Ah la Barbie. Che tu ci abbia giocato o no, che tu l’abbia amata oppure no, è uno dei personaggi più iconici e senza tempo. La sua capacità di adattarsi e reinventarsi, come un vero e proprio camaleonte della moda, è ciò che la rende ancora oggi così amata e popolare. La multinazionale Mattel la lancia per la prima volta sul mercato nel 1959, con un costume da bagno zebrato, un monolite bello e perfetto che oscura tutti gli altri giocattoli. L’impatto è infatti devastante: su un pianeta dominato dal patriarcato e da pubblicità che rappresentano le donne solo come madri servili, carine e coccolose, Barbie rompe gli schemi e pure i bambolotti, con cui le bambine avevano giocato fino ad allora. 

«Quis custodiet ipsos custodes?»

Ma se Barbie è arrivata per salvare le bambine da un destino definito, chi salverà Barbie dalla sua predestinazione? Il viaggio che la bambola affronta nel film è qualcosa di inaspettato, che stupisce la spettatrice e lo spettatore, restituendo loro una storia un po’ più complessa rispetto a quanto anticipato nella campagna promozionale.

Barbie non è infatti un film glitterato, superficiale e leggero, nonostante gli addominali perfetti di Ryan Gosling, John Cena e Dua Lipa in versione sirene e buona parte del cast di Sex Education. Il film ha uno scopo più grande e preciso che si svela lentamente: raccontare il riscatto del rosa, deciso a riprendersi il suo posto oggettivo nella scala dei colori, abbandonando la connotazione di genere attraverso uno stereotipo, Barbie. Una sfida complessa e dolorosa che tocca tutte le generazioni di donne, e di Barbie, da metà secolo in poi.

La storia è infatti ricca di elementi caratterizzanti il nostro tempo, con focus sulla questione di genere, che attestano una rivoluzione ancora in atto. E Barbie fa la sua: ad esempio poggia i piedi a terra con tutta la pianta, indossa delle Birkenstock rosa e consapevole di non avere una vagina chiede di andare da una ginecologa. Il suo happy ending non è dunque una vita con Ken, ma il desiderio di essere fallibile e non il simbolo della perfezione.

 

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Una crisi esistenziale che viene considerata un bug del sistema per la Mattel, un cambiamento epocale che sembra “sporcare” la vita perfetta di Barbie stereotipo. Lo stesso viaggio di consapevolezza lo affronterà Ken, chiamato anche lui a chiedersi se sia Kenough anche senza Barbie, relegato in un ruolo di “accompagnatore”, in un mondo macho che conferma solo l’uomo che non è.

Marketing alla riscossa: Barbie imprenditrice digitale

La campagna promozionale per preparare il grande pubblico all’uscita del film di Barbie ha puntato sulla generazione di un hype davvero formidabile, grazie ad un’attività di advertising crossmediale molto intensa. Tanti i touchpoint e tanti i brand che hanno partecipato alla sponsorizzazione della pellicola, lanciando offerte e linee di merchandising dedicate e celebrative. Vediamone alcuni esempi: 

  • Airbnb ha dato la possibilità di poter soggiornare nella casa rosa di Barbie a Malibù, chiamata  Malibù Dreamhouse. Per due notti, a partire dal 17 luglio alle ore 10.00 californiane, 4 ospiti avranno la possibilità di prenotare una mini vacanza per il 21 e il 22 luglio in occasione del lancio del film. Lo storytelling dietro la campagna promozionale ruota attorno a Ken, che avrebbe organizzato una festa con amici in occasione della mancanza di Barbie per un viaggio in Texas, mettendo così a disposizione la propria abitazione.

  • NYX Professional Makeup ha lanciato una collezione tutta a tema Barbie, per regalare ai fan quel tocco rosa in più da sfoggiare alla prima del film.

  • Xbox Series S ha lanciato una console a tema Barbie, decisamente glamour, ma non in vendita (sigh!)

  • Instagram non si è fatta sfuggire l’opportunità di cavalcare l’onda mediatica per la promozione del film. Come è accaduto spesso per altri film e/o eventi, il social ha progettato un filtro per i suoi instagrammer, con un concept molto semplice: l’utente diventa parte del mondo e della locandina di Barbie, giocando con la frase questa barbie è”.

  • Pride. In occasione dell’evento dello scorso giugno a West Hollywood è stato creato un carro a tema Barbie su cui hanno sfilato due attori del film, Scott Evans e Alexandra Shipp che interpretano rispettivamente un’altra Barbie e un altro Ken.

Outfit, look, marketing: anche questo è Barbie

Il 2023 sta vivendo il suo periodo rosa in tema di outfit e look legati all’uscita del film, sapientemente costruito con il supporto di tante case di moda, come quella di Chanel. La costumista del film, Jaqueline Durran, ha lasciato alcune dichiarazioni per spiegare il lavoro dietro ai costumi creati per Margot Robbie: «Barbie non può essere trattata come un qualsiasi altro personaggio, perché la scelta di ciò che indossa non dipende dai suoi gusti personali. A decidere i suoi abiti sono essenzialmente il luogo in cui sta andando e ciò che sta facendo. Il suo abbigliamento deve riflettere esattamente il suo compito, o il suo lavoro». La stilista aggiunge, inoltre, che i look riprodotti hanno preso ispirazione anche dagli anni ‘50 e ‘60, soprattutto dalle dive dell’epoca come Brigitte Bardot, esempio perfetto di ragazza da spiaggia. 

Altri look iconici di Barbie sono riprodotti fedelmente nel film, come il completino con body di mille colori e collant gialle per andare a pattinare con i rollerblades (a volte verso Barbieland, a volte verso il Mondo Reale).  

Rosa Polemical

Sui social network qualcun* si è lamentato di Ryan Gosling e del suo essere troppo vecchio per il ruolo di Ken. Ma non solo: tanti i meme nati in relazione all’uscita nello stesso giorno, (negli USA, in Italia in arrivo ad agosto) di un altro film tanto atteso, ovvero Oppenheimer di Christopher Nolan. È subito una macedonia rosa atomica: nasce il fenomeno “Barbenheimer che ha dato il via alle scommesse su quale film vincerà al botteghino. 

Che stia contribuendo anche questo al successo di Barbie?

 

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Melissa Salerno

Brand Marketing Specialist