5 tecniche per creare un'animazione

Parole
Christian Pergola
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6

Le tecniche di animazione impiegate dall'industria cinematografica e pubblicitaria sono molteplici, ma le più importanti sono queste 5...

E

1.Animazione tradizionale (Cel animation)

Cenni storici
Ha una storia molto complessa, dalle sfumature indefinite e legata alla tradizione degli spettacoli di lanterna magica (XVII secolo), ponendosi come la naturale evoluzione degli stessi. Passando negli anni attraverso l'invenzione dello zootropio (1834), del prassinoscopio (1876-1877) e del teatro ottico (1888), assume gradualmente una sua forma specifica fino a definirsi come un vero e proprio genere nella maggior parte delle cinematografie internazionali (tra cui spiccano quella americana, giapponese e russa).
Il primo lavoro realizzato con questa tecnica risale al 1908; si tratta di Fantasmagorie di Émile Cohl, considerato da molti il primo cartone animato della storia. La tecnica si evolve negli anni, raggiungendo un punto chiave nel 1937 con l'uscita del primo lungometraggio in cel animation, Biancaneve e i sette nani, rivisitazione in chiave romantica e dai toni più leggeri dell'omonima novella dei fratelli Grimm, nonché primo film prodotto dalla Walt Disney Productions.
È una tecnica molto rudimentale, praticamente abbandonata dalla maggior parte degli studios (tra le poche eccezioni è doveroso citare lo Studio Ghibli di Hayao Miyazaki e Isao Takahata)


Come funziona?

 Animazione tradizionale (cel animation)
Un animatore disegna un frame in cel animation

Questa tecnica consiste nel disegnare su un supporto trasparente ogni singolo frame della sequenza di immagini; i disegni riprodotti in sequenza vanno quindi a creare l'illusione del movimento. Il supporto su cui l'animatore disegna è il rodovetro (in inglese cel), un foglio trasparente in acetato di cellulosa che viene appoggiato su un tavolo e illuminato dal basso. I fogli, impilati uno sopra l'altro, vengono filtrati dalla luce, permettendo così all'animatore di vedere i disegni precedenti della sequenza e poter di conseguenza disegnare le tavole successive in maniera coerente rispetto alle precedenti, lasciando invariate le parti che non partecipano al movimento (come sfondi, oggetti in primo piano o altri elementi statici).

Si tratta generalmente di un tipo di animazione a passo 2 (un disegno diverso ogni 2 frame), caratterizzata dall'impiego di 12 disegni al secondo, raddoppiati per ottenere la frequenza di 24 frame al secondo. Per creare particolari effetti di dinamismo alcune sequenze sono realizzate a passo 1, effettuando 24 disegni al secondo (uno diverso per ogni frame).

 

2. Animazione 2D (Vector-based animation)


Cenni storici
Inizia a prendere forma verso la fine degli anni '90, ricoprendo un ruolo fondamentale nella produzione di contenuti diffusi tramite Internet. Nel 1997 The Goddamn George Liquor Program è la prima serie animata prodotta in esclusiva per la rete e realizzata con Adobe Flash.

The Goddamn George Liquor Program


Come funziona?
Si tratta della progressione tecnologica dell'animazione tradizionale, in quanto consiste nell'applicazione delle medesime tecniche del disegno manuale – tweening o sovrapposizione, morphing, onion skinning, rotoscopio – al disegno fatto al computer. L'utilizzo di programmi come Adobe Flash Professional (adesso rinominato in Adobe Animate) o Adobe After Effects ha introdotto una notevole semplificazione del lavoro dell'animatore, introducendo nuove tecniche e funzioni, come il puppet tool e l'interpolazione tra i frame (o per meglio dire, i keyframe).

 

3. Animazione 3D (Computer animation, CGI)


<<Verso l'infinito e oltre!>>
[Buzz Lightyear, da Toy Story]


Cenni storici
Correva l'anno 1995 e una giovane casa di produzione cinematografica, la Pixar Animation Studios, rilevata da Steve Jobs nel 1986 da una divisione della LucasFilm e trainata dall'abile animatore John Lasseter – già autore di Tin Toy (1988), il primo cortometraggio in CGI a vincere il prestigioso Premio Oscar – realizzava, in collaborazione con la Walt Disney Pictures, il primo lungometraggio d'animazione completamente sviluppato in computer grafica: Toy Story – Il mondo dei giocattoli, per la regia dello stesso Lasseter. Da quel giorno in poi, l'industria cinematografica e il mondo dell'animazione non sarebbero stati più gli stessi.


Come funziona?
L'animazione avviene attraverso il movimento di oggetti in uno spazio tridimensionale. Nel dettaglio, si tratta di modelli tridimensionali composti da poligoni (morph target animation) che l'animatore può animare liberamente andando ad agire su uno schema simile a un sistema scheletrico; tale sistema è detto rigging e permette di segmentare oggetti o parti del corpo in modo da produrne l'articolazione e il movimento. Lo scheletro viene successivamente ricoperto da uno strato superficiale chiamato texture, al quale è possibile associare uno o più materiali che permettono di dare un effetto di verosimiglianza alla superficie degli oggetti. Questa tipologia di rappresentazione in due parti – parte superficiale (skin, mesh o texture) e parte profonda (rig o skeleton) – è nota come skeletal animation.

Elemento 3D
Schema di un elemento tridimensionale realizzato in computer grafica

A differenza dell'animazione 2D, il soggetto protagonista del movimento è sempre presente durante tutta la fase di animazione, in quanto si tratta di un oggetto tridimensionale modellabile e non di un disegno realizzato ex novo ogni 1-2 frame.

Nell'ambito della produzione video è possibile inserire gli oggetti tridimensionali in ambienti reali attraverso la tecnica del motion tracking. È altresì possibile ricreare paesaggi reali o creare scenografie che risultino in tutto e per tutto verosimili con la tecnica del matte painting.
Interessante anche l'integrazione di modelli 3D con la motion capture, tecnica che prevede l'utilizzo sensori che collegati a un soggetto permettono di digitalizzarne il movimento, nonché le espressioni facciali, portando a risultati più realistici di quelli ottenuti con la skeletal animation.


4. Motion Graphics

La motion graphics, a differenza dell'animazione convenzionale, si caratterizza per l'assenza di personaggi o di una storia che faccia da filo conduttore. Presenta invece oggetti astratti, forme geometriche, loghi ed elementi testuali che vengono animati per realizzare sigle, bumper, gif, presentazioni e contenuti audiovisivi vari destinati all'industria pubblicitaria. Viene spesso realizzata con elementi in flat design (soprattutto per quanto riguarda i video destinati al web e in particolare ai social network), ma è molto utilizzata anche nella sua versione 3D per gli spot pubblicitari.

Di seguito puoi trovare l'animazione di tutti i loghi di Lotrèk in motion graphics:

trasformazione logo


5. Stop Motion


Cenni storici

La stop motion inizia ad essere sperimentata verso alla fine del 1800 dall'industria cinematografica, per inserire nei film oggetti che si muovevano "come per magia"; tra i tanti sperimentatori è doveroso citare George Méliès, considerato da molti il padre degli effetti speciali. Ma il primato come primo cortometraggio della storia realizzato con questa tecnica spetta a The Humpty Dumpty Circus (1898) di Albert Smith e James Stuart Blackton. A nostro avviso, sarà il film King Kong (1933) diretto da Merian Cooper ed Ernest Schoedsack a consacrare definitivamente questa tecnica, rendendo possibile il movimento del gigantesco gorilla protagonista del film. Parlando invece di lungometraggi animati, casi emblematici risalgono agli ultimi anni, con capolavori del calibro di Nightmare Before Christmas  (1993) e La sposa cadavere (2005) prodotti da Tim Burton, Fantastic Mr. Fox (2009) di Wes Anderson, Anomalisa (2015) di Charlie Kaufman e Il piccolo principe (2015) di Mark Osborne.


Méliès Before Christmas
Fusione tra il celebre fotogramma della Luna colpita dall'obice in Voyage dans la Lune di George Méliès e un fotogramma tratto da Nightmare Before Christmas di Henry Selick.


Come funziona?
Si tratta di una tipologia di animazione che prevede la manipolazione fisica di un oggetto reale inanimato in modo tale da simularne il movimento nel tempo. È un'animazione a passo 1, in quanto viene scattata una fotografia diversa per ogni frame. In questa procedura è necessario l'utilizzo di scenografie in miniatura, pupazzi modellabili e particolari fotocamere con obiettivi macro (a ridotta distanza di messa a fuoco). Tra una fotografia e l'altra vengono articolate le parti del corpo dei soggetti e i modelli vengono spostati nello spazio tridimensionale della scenografia, in modo tale da simulare sia il movimento del corpo dei soggetti che l'interazione degli stessi nello spazio.

<<Potete immaginare, creare e costruire il luogo più meraviglioso della Terra, ma occorreranno sempre le persone perché il sogno diventi realtà.>>
[Walt Disney – 1901-1966]


Concludo l'articolo con questa splendida citazione di Walter Elias Disney, perfettamente in linea con lo spirito della nostra agenzia. Anche qui a Lotrèk siamo d'accordo che prima di creare mondi fantastici – o digitali – sia necessaria la presenza di persone reali, di umani. Human Before Digital.

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