- Brand e strategia
- 05.02.2021
Brand Experience: come l’esperienza dà vita al Brand
Iniziamo una conversazione
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Perché cambia la strategia comunicativa sui social?
Come recitava Buddha “Ogni cosa esistente è impermanente” e i social network sono il distillato di questo concetto. Alla luce di ciò, non possiamo certo continuare a utilizzare tecniche editoriali che risalgono quasi a una decina di anni fa ma dobbiamo escogitare un flusso comunicativo che si adatti ai social di oggi.
Partiamo dal concetto che tutti i social cambiano modo di approcciarsi ai propri utenti nel tempo, questo serve per adattarsi ai cambiamenti in atto, sia dei competitor, sia del modo degli utenti di percepire il social network stesso.
Un classico esempio di questo turnover è quello di Facebook che dal 2008 al 2021 ha cambiato completamente generazione di utenti; all’inizio gli Early Adopter erano i giovani sotto i 25 anni, negli ultimi anni è stato preso d’assalto da utenti che hanno più di 50 anni, la cosiddetta Late Majority.
Al di là di questo specifico esempio, il pubblico in generale ha bisogno di stimoli costanti per essere catturato e tali stimoli non sempre il singolo post è in grado di raggiungere da solo l'obiettivo: può quindi risultare efficace integrare il piano editoriale in vere e proprie campagne comunicative che esaltano un concetto e accompagnano l’utente all’interno della Brand Experience.
Per chi avesse visto il Documentario su Netflix “The social Dilemma” il concetto che sta alla base di questo mondo è che gli utenti sono essi stessi il “prodotto” dei social network, quindi per mantenerli attivi e pimpanti vengono sviluppate ottimizzazioni costanti.
In altre parole lo scopo dei Social è attirare l’attenzione dei suoi utenti rivendendola al miglior offerente: niente attenzione, niente introiti. Quindi il focus comunicativo di questi canali deve avere come scopo ultimo quello di attirare l’attenzione.
Un altro dei motivi per cui dobbiamo rivedere la comunicazione classica dei social è per il meccanismo stesso con il quale fatturano: il pay to view.
Per mostrare il contenuto ai tuoi utenti devi pagare la sponsorizzazione, altrimenti in modo organico i tuoi post verranno mostrati solo a una percentuale molto bassa di pubblico.
Di conseguenza creare un piano editoriale con tanti contenuti settimanali non è più una mossa saggia, è preferibile avere pochi post con uno storytelling condiviso e una strategia comunicativa che ha un inizio e una fine piuttosto che un post al giorno incapace di creare un racconto.
Sembra scontato ma è decisivo: lo scopo è la qualità, non la quantità.
Dobbiamo però fare un inciso, se vogliamo essere pignoli, l’organico non è completamente morto, basta sapere dove cercarlo.
I gruppi di Facebook, TikTok, i Reel di Instagram, sono degli esempi perfetti e dimostrano che l’organico non è del tutto scomparso.
Ma spostiamo l’attenzione adesso su uno dei fulcri della comunicazione social: la Campagna Creativa.
Innanzitutto intendiamo una Campagna Creativa come una comunicazione volta a trasmettere sui social nel modo più efficace possibile i valori che un marchio promuove, instaurando una connessione molto forte tra il Brand (o il prodotto/servizio che vende un Brand) e l’utente.
La peculiarità della campagna comunicativa è che la declinazione e il messaggio sono utilizzati in tutti i canali per mantenere l’esperienza utente il più coerente possibile.
Ecco l’esempio di Lady Presteril Bio, la sezione del sito e la comunicazione social hanno lo stesso mood e tono di voce. La campagna comunicativa guida l’utente attraverso la Brand Experience dei prodotti bio. Tutto è coordinato e interconnesso.
D'altra parte, non in tutti i contesti una singola campagna comunicativa basta a soddisfare l'esigenza di strutturare un dialogo con il pubblico social: il piano editoriale risulta cruciale anche in questi casi proprio grazie alla sua natura potenzialmente duttile.
Una campagna comunicativa può, ad esempio, essere presentata agli utenti all'inizio della strategia comunicativa social perché instauri un dialogo capace poi di dirigersi ovunque serva al brand. Oppure può essere proposta a coronamento di una strategia editoriale volta a guadagnarsi prima la fiducia del pubblico.
Le casistiche e le variabili sono quasi infinite, l'unica verità assoluta forse è proprio che sui social non si può procere per verità assolute: una strategia flessibile e un utilizzo mirato ma non limitante di una o più campagne creative sono frecce importanti all'arco del social media manager.
Nel caso esemplificato da questo post, campagne comunicative creative e originali avrebbero lasciato il tempo che trovavano se prima il piano editoriale non avesse lavorato meticolosamente per diffondere awareness sulle tematiche d'interesse e per guadagnarsi la fiducia della community.
In conclusione, non esiste una sola formula magica per la perfetta comunicazione sui social, ma avere sempre chiare in mente le tante possibilità a disposizione è un ottimo punto di partenza.
Riassumiamo i punti chiave dell’articolo:
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