Dove va la creatività? Impressioni dall'OFFF Festival 2022

Parole
Lorenzo Milicia
Immagini
Corinna Stacchini
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10

5 dei nostri humans fanno un report da Barcellona.

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Il caldo ci aggredisce ma noi teniamo il fortino. E oggi parliamo di creatività. Anzi di festival della creatività. Dal 5 al 7 maggio a Barcellona c’è stato l’OFFF Festival, uno dei più interessanti festival europei dedicati al design e alla creatività. Abbiamo mandato a Barcellona un team multidisciplinare, perché l’OFFF è così, un festival multidisciplinare.

Pubblico seduto in sala ascolta una conferenza all'OFFF Festival

Se incontri gli humans di Lotrèk li riconosci perché sono circondati da un contorno arancione con la scritta “Lotrèk” accanto

Il team era composto da Andrea, Corinna, Elisa, Jonny, Michael e Stefano. Alcuni di loro ci raccontano cosa hanno visto e cosa si sono portati a casa dall’evento. Ti racconteremo la storia da 5 punti di vista diversi, 5 prospettive sullo stesso evento.

Ma prima di passare al racconto fermiamoci un momento: cos’è l’OFFF Festival?

Selfie delle persone che hanno partecipato all'OFFF Festival

Un gruppo di humans dal sorriso sgargiante si fanno un selfie davanti a un muro di LED

Cos’è l’OFFF, spiegato bene

L’OFFF Festival si tiene dal 2001 a Barcellona, per lo più a maggio. In origine “OFFF” era un acronimo per Online-Flash-Film-Festival, il festival dei film online realizzati in Flash (se non sai cosa è Flash la tua età di utente dell’internet è molto bassa). Oggi il festival è dedicato al design e alla creatività a tutto tondo.

Ogni anno centinaia di artisti, artiste, creativi, e creative di tutto il mondo si incontrano a Barcellona per lavorare insieme, sperimentare e discutere delle ultime tendenze del mondo digital. L’OFFF è stato pioniere per la sua vocazione multidisciplinare che fonde le varie aree del design, delle arti visive e della musica digitale.

In sostanza l’OFFF è uno degli eventi a cui partecipare per essere up-to-date rispetto alle ultime tendenze di design e creatività.

Struttura architettonica all'esterno del centro dove si è tenuto l'OFFF Festival
Prima regola del design: le dimensioni contano

 

Cosa siamo andati a fare all’OFFF Festival

Qualcuno di noi era già stato all’OFFF nel 2019. Per altre persone era la prima volta. Al di là di questo, ciascun humans aveva le sue ragioni per andare all’OFFF. Eccole in ordine sparso:

vedere un mucchio di gente ammassata nel fresco del Museo de Disseny di Barcellona e fuori in cortile sotto il sole a bere birra e mangiare barbecue e bere kombucha. Una cura per lo spirito dopo due anni di chiusura forzata

rivedere sul palco agenzie e designer che come noi tutti i giorni affrontano gli stessi problemi e ottengono le stesse soddisfazioni

farci dare un boost a fare cose, perché a volte c’è bisogno di vedere cosa fanno gli altri per fare anche tu

vedere a che punto stava la Sagrada Familia, ma poi non ci siamo andati. Però abbiamo cercato di entrare per 3 sere di fila in un Ganja Club ma non ce l’abbiamo fatta

rimediare al fatto che nel nostro team c’erano persone che non avevano mai provato le patatas bravas

visitare i ristoranti, i negozietti, le tiendas di cappelli e circolini di tutti i tipi nel Born, che vanno tenuti sotto controllo e censiti almeno una volta l'anno ed erano 3 anni che non lo avevamo fatto

E adesso, bando alle ciance, passiamo al racconto dell’OFFF Festival

Tante persone sedute all'aperto su una scalinata di cemento

Questa era la situa nei momenti di pausa: scalinate, persone, e molto relax

Il racconto di Andrea

Front-end development lead

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Per me l’OFFF è stato un'enorme fonte di ispirazione per capire cos’è stato il digital design, e quale sarà il suo futuro. Sicuramente il 3D la fa da padrone: i modelli 3D hanno raggiunto livelli di dettaglio impressionanti, ed è molto interessante l’attenzione riservata al sonoro, a volte data per scontata.

Ma la cosa interessante è che non è tutto 3D: molti lavori e showcase erano in 2D, con attenzione maniacale sulle animazioni, che erano proprio gli aspetti capaci di valorizzare il 2D rendendolo veramente unico.

Interessanti alcuni lavori fatti nel mondo del cinema per quanto riguarda il creare interfacce, video ed altro per evitare il lavoro di post-produzione. In uno showcase su un film della Marvel si vedeva la plancia di un veicolo spaziale, piena di interfacce avanzate, realizzata tramite tanti telefoni confezionati dentro una forma di plastica. Gli schermi riproducevano video ed animazioni in loop e suggeriva quella che avrebbe potuto essere l’interfaccia utente di una navicella spaziale del futuro.

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Bicchiere di birra in primo piano su sfondo di un'ampia stanza con luci al neon

La birra fresca ha aiutato i nostri humans a sostenersi durante le lunghe giornate

Il racconto di Corinna

Graphic designer

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Andare all’OFFF è stato di grandissima ispirazione.

Innanzitutto mi ha colpito l’altissimo livello dei designer che espongono: molta animazione, molto 3D, realtà aumentata e computer grafica à gogo. Tutto questo ci ha fatto sognare e ha stimolato la voglia di esplorare campi del design ancora inesplorati a Lotrèk.

Poi a colpirmi sono stati i diversi modi con cui i designer hanno deciso di raccontarsi, ma soprattutto quello che è emerso praticamente in tutti i racconti, per quanto diversi.

In molti racconti, è emersa fortissima l’importanza della collaborazione e il confronto tra designer e la frequenza con cui, all’interno dello stesso progetto, si coinvolgono studi esterni specializzati per dare al progetto un valore aggiunto.

La maturità di riconoscere di non essere degli one man show è fondamentale per creare qualcosa di veramente originale, che si traduca in un case da “sbandierare” con orgoglio. Che poi è quello che abbiamo fatto per il progetto Badiani 1932 dove abbiamo collaborato con una regista per realizzare il commercial che celebra i 90 anni dell’azienda. E infatti tra i progetti che seguo è uno di quelli che mi ha reso più orgogliosa.

Ultima considerazione è quella sulla creatività. Il vero approccio creativo non si innesca attraverso logiche pubblicitarie e strategie di marketing. La tecnica e la strategia devono arrivare solo dopo l’idea, che ha un ruolo fondamentale.

Sembra un concetto scontato, ma il lavoro in agenzia a volte fa perdere questa consapevolezza. La tecnologia fa miracoli dal punto di vista visivo, e alla base c’è la digital strategy, certo. Ma i designer e le designer hanno bisogno di cogliere l’ispirazione da tutto ciò che sta loro intorno per creare qualcosa che oltre a funzionare provochi una reazione nell’audience, faccia alzare un sopracciglio.

La texture della corteccia di un albero, un riflesso di luce, uno schianto nel muro o uno schizzo su un foglio, se dotati del giusto senso, possono portare molto più lontano di un bell’effetto creato al computer, soprattutto se inseriti in un funnel ben strutturato.

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Persone osservano opere d'arte digitale appese al muro

Questa foto per capire l’ambiente: esposizioni creative ovunque

Il racconto di Elisa

User Interface Designer

Elisa Del Maestro, UI Designer Lotrèk

Ecco cosa mi sono portata a casa da quest'edizione:

Evviva i progetti multidisciplinari. Mi hanno colpito le agenzie che vivono i progetti in maniera organica e non per compartimenti stagni. In questo modo ogni designer riesce a muoversi facilmente tra tutti gli aspetti del progetto. Questo porta ad avere progetti fluidi, e il risultato si vede nell'art direction del progetto, molto più originale e creativa

In un progetto il budget non è l’unica cosa che conta. Come ha spiegato Musketon nel suo talk, anche un banale video con le lyrics può diventare una grande opera di street art e fotografia. Per quanto la strada possa essere difficile e pazza, una volta che sei riuscita a portarti a casa il risultato puoi dire di avercela fatta. E qui ho sentito risuonare le parole di altri designer: nella scelta di dedicarsi a un progetto il budget non è l'unica cosa che conta. Bisogna pensare a quanto ci permette di imparare e a come arricchirà il nostro portfolio.

Non dimenticare i progetti personali. Un trend che ho notato all'OFFF è che tantissimi dei progetti presentati erano progetti personali, paralleli all'attività lavorativa principale. E questo mi ha colpito molto. Se funzionano, anche questo è un modo per crescere e acquisire nuove esperienze da mettere in portfolio.

Le presentazioni devono emozionare. Sembra scontato ma non lo è. Le presentazioni dell'OFFF mi hanno ricordato una volta di più quanto sia importante emozionare la propria audience. Predominanza di video e testo ridotto all’essenziale sono gli strumenti per creare qualcosa di accattivante

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Artista disegna murales durante l'OFFF Festival

All’OFFF la creatività era a ogni angolo. Anzi, su ogni parete

Il racconto di Michael

Design director

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Ecco un po’ di note che ho preso durante l’OFFF Festival. Sono pensieri sparsi, direttamente dall’applicazione Note del mio iPhone

  • Rinnovata attenzione all'aspetto umano del nostro lavoro. Rispetto all'ultima edizione in presenza c'è stata una maggiore frequenza di speaker che hanno incentrato la loro presentazione sulle persone chiave per lo sviluppo della loro vita professionale (e non). Hanno parlato di connessioni, incontri serendipitosi, strade prese e poi abbandonate, luoghi ed eventi che hanno ispirato il loro lavoro
  • Malika Favre: le persone importanti sono quelle che abbiamo davanti e con cui lavoriamo ogni giorno. È più importante cercare/trovare buone persone che cercare/trovare buoni progetti. Le buone persone porteranno i buoni progetti o aiuteranno/collaboreranno alla realizzazione di buoni progetti. Crea uno shop per fare quello che vorresti fare ma di solito non riesci a fare nel lavoro di ogni giorno.
  • David Carson, mostro sacro del graphic design, racconta come accetta volentieri note/osservazioni e critiche da parte della committenza. Offre volentieri molte alternative di quello che fa (invece di limitarsi a una o due) e rivede e affina le sue proposte fino a quando non si allineano completamente con la visione dei suoi clienti/interlocutori. Cerca sicuramente di portare proposte innovative, di aprire nuove prospettive e di prendere rischi, ma sa che il risultato finale sarà un incontro a metà strada tra designer e committenza per servire il più possibile gli obiettivi del progetto.
  • Vasava (Barcellona). Saper presentare un progetto è il 90% dello sforzo e del designer e questo deve essere messo in conto quando prepariamo i preventivi, i budget e le road map
  • Wieden+Kennedy (Amsterdam). Se un brief è limitante bisogna imparare a guardarlo da prospettive diverse per trovare un approccio diverse e magari qualcosa di nuovo da dire
  • Non pensare di avere tutte le risposte. Piuttosto adotta l'atteggiamento walk in stupid, fingersi ingenui, e questo ti porterà a mettere in discussione le idee scontate e a trovarne di nuove e originali
  • Mettere le cose in movimento. Il movimento implica un lavoro creativo capace di migliorare qualsiasi cosa e di trovare nuove idee
  • Base Design (New York). Idee per creare una studio-culture: progetta un'azienda come si progetta un poster, crea una definizione di successo del progetto, non suddividere le persone tra creativi e non creativi, crea rituali condivisi
  • Filipe Carvalho. Trova la tua estetica, il tuo modo personale di dire le cose, perché è quella che appartiene solo a te. Non fare il prezioso con il tuo lavoro. Se non va bene buttalo via e chiudila lì.

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Palco principale dell'OFFF Festival

L’agenzia creativa Vasava fa vedere le meraviglie sue tridimensionali

Il racconto di Stefano

Content production director

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Il background creativo. Rispetto alla precedente edizione dell’OFFF a cui ho partecipato ho notato una maggiore atten

zione allo storytelling del background degli speaker. L’ho trovato molto utile per riuscire a capire da d

ove può derivare un certo tipo di stile o di tono, ma può essere anche un’ispirazione per i professionisti per sondare nuove strade e nuovi ambiti per poter costruirsi da soli il proprio percorso professionale.

A volte anche strade inaspettate possono essere utili o portare situazioni positive. Un esempio che mi ha colpito è Burton Rast. Nelle sue foto applica forti contrasti con l’utilizzo del bianco e nero a volte lasciando solamente in luce la silhouette degli oggetti. Storia forte, adolescenza tra punk e droga. Si redime quando scampa a un incidente stradale con gli amici, da lì parte il suo percorso artistico.

Musketon presenta l’idea come colonna portante del progetto, ma ci mette anche tanta tecnica e cura del dettaglio; sono i tratti che distinguono questo artista belga. Si è creato il suo stile andando a dettagliare fino al centimetro illustrazioni vettoriali.

La tecnica viene meno per dar spazio all’idea. Altra considerazione sull’OFFF Festival riguarda la tecnica che negli ultimi anni sembra rimasta stabile, come se fosse arrivata a saturazione o come se non suscitasse più lo stesso stupore di prima. Questa situazione porta a rimettere al centro l’idea creativa e il concetto del prodotto visual da creare.

L’importanza della rete sociale. La connessione umana è sempre più necessaria per trovare nuove opportunità ma soprattutto nuovi stimoli creativi che nell’arco della vita professione portano a cambiare e allargare la visione e probabilmente ad un evoluzione stilistica.

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Questo articolo è uscito sul numero 8 della nostra newsletter "2 o 3 cose di digital marketing". Se ti piace iscriviti qui.

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Lorenzo Milicia

Frontend Developer

Determinazione e spirito di adattamento: le due parole che meglio mi si addicono. Da sempre affascinato dal mondo dei codici dell’informatica, la mia passione è cresciuta ancora di più durante la mia esperienza di un anno come informatico ...