Intelligenza artificiale: sfide e opportunità per le professioni creative

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Federico Bocchile
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Corinna Stacchini
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Qual è (e quale sarà) il ruolo dell’IA nell’ideazione e la razionalizzazione dei concept creativi? I nomi degli art director, dei designer e dei copy del futuro assomiglieranno a Jonathan, Corinna e Giulia o a DALL·E, MateAI e MidJourney?

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Le macchine possono pensare? - Alan Turing, 1950

Ogni intelligenza artificiale passata, presente e futura deve (e dovrà) il proprio destino alla domanda di un solo uomo che non accettava un “Boh!” come risposta (lo stesso varrà anche per i professionista della creatività in fila ai centri per l’impiego nei prossimi anni?).

Meno di un decennio dopo aver aiutato le forze alleate a vincere la seconda guerra mondiale decifrando i codici inviati dalla macchina di crittografia nazista Enigma, il matematico Alan Turing ha cambiato la storia una seconda volta con una semplice domanda: "Le macchine possono pensare?

Il documento di Turing del 1950 "Computing Machinery and Intelligence" e il suo successivo test (conosciuto, appunto, come “Test di Turing”) stabilirono l'obiettivo e la visione fondamentali per definire l’intelligenza artificiale (IA), inquadrandola come la branca dell'informatica che mira a rispondere in modo affermativo alla domanda di Turing e capire se una macchina sia in grado o meno di esibire un comportamento intelligente. È, in estrema sintesi, lo sforzo di replicare o simulare l'intelligenza umana nelle macchine.

L'obiettivo espansivo dell'IA suscita molte domande e dibattiti, tanto che nessuna definizione singolare del campo è, ad oggi, universalmente accettata. Anche per questo (e ogni giorno sempre di più), creativi e professionisti della comunicazione continuano a chiedersi quanto tempo ancora la loro professione possa ritenersi un’esclusiva della specie umana.

Ci avviciniamo a scenari alla “Io, Robot”, “Ex Machina” o addirittura, a breve, dovremo eleggere un nostro John Connor per contrastare l’avvento di una sorta di “Spaghetti-Skynet”?

Fortunatamente, quello di Terminator non sembrerebbe essere uno scenario realistico (almeno per ora).

Cosa può fare l'intelligenza artificiale?

La risposta in questo caso è semplice: potenzialmente, con l’aiuto dell’intelligenza artificiale e dell’incredibile versatilità delle sue applicazioni, è possibile realizzare praticamente qualsiasi cosa in quasi tutti i settori.

La disciplina che si occupa di studiare e sviluppare l’intelligenza artificiale è una scienza interdisciplinare incredibilmente complessa e può vantare molteplici approcci. Tutti i progressi e le scoperte legate al machine learning e al deep learning stanno creando un radicale cambio di paradigma praticamente in ogni settore dell'industria tecnologica. Osservando alcuni numeri legati al presente e futuro dell’IA si capisce come mai tale settore sia in così rapida crescita e le incredibili opportunità che questo può portare ad aziende di tutti i tipi e di tutte le dimensioni.

  • Secondo Statista, le entrate del mercato mondiale del software di intelligenza artificiale dovrebbero raggiungere i 126 miliardi di dollari entro il 2025.
  • Secondo Gartner, il 37% delle organizzazioni ha implementato l'IA in qualche modo. La percentuale di imprese che impiegano l'IA è cresciuta del 270% negli ultimi quattro anni.
  • Secondo Servion Global Solutions, entro il 2025, il 95% delle interazioni con i clienti saranno alimentate dall'intelligenza artificiale.

Ma se da un lato sono evidenti le incredibili opportunità legate al mondo tecnologico, cosa si può dire delle professioni creative?

Intelligenza artificiale: applicazioni creative

Veniamo un po’ al nocciolo della questione e diamo una risposta che speriamo possa rassicurare i nostri cari amici professionisti della creatività: almeno per i prossimi anni, i centri per l’impiego non dovrebbero riempirsi di designer, illustratori, copywriter e/o creator di ogni genere (o meglio, non ci sono i presupposti per ritenere che lo possano essere più di ora).

Al contrario, l’IA può rappresentare un’immensa risorsa e una fedele compagna per chi, come me e come molti miei colleghi, fa della creatività e delle competenze comunicative il proprio pane quotidiano all'interno delle varie agenzie e digital company

Prendiamo ad esempio la figura dell’illustratore. Chi dice che gli illustratori perderanno il proprio lavoro con l’avanzare della grande onda dell’IA, probabilmente non comprende pienamente in cosa consista il lavoro degli illustratori. Come tutti gli illustratori sanno, né il testo né le immagini esistono in isolamento, poiché vediamo le immagini nella loro interezza, insieme ai titoli e al testo. Solo così, la storia che si svolge nella nostra mente influenza la nostra percezione dell'immagine. Lo stesso vale nell'altra direzione: nessuno percepisce un testo allo stesso modo dopo averlo inserito all’interno di un'immagine. Ciò significa che l'illustrazione non è mai una strada a senso unico, ma fin dall'inizio una relazione, un'interazione. Il modo in cui un'illustrazione attira qualcuno a leggere un testo porta a estrapolare nuovi elementi da quest’ultimo, fornire un punto di vista e, forse, anche dire qualcosa che non è scritto. Questo è ciò che fa principalmente l'illustrazione e che ad oggi è realizzabile solamente dalla sottile delicatezza di alcune menti umane.

L’IA è ancora molto lontana dall'essere in grado di prendere decisioni e avere la coscienza editoriale che un illustratore padroneggia. Quindi, le mille scelte tra immagini e concetti che un illustratore umano fa sulla base del contesto culturale, politico e sociale (spesso anche scelte inconsce) non potranno essere matchate da una IA in tempi brevi.

È altresì vero che non possiamo prevedere quanto l'IA possa cambiare il panorama, ma sicuramente, almeno nel breve periodo, questo tipo di strumenti sarà un aiuto per tutti gli illustratori che vorranno abbracciare la nuova tecnologia.

Banner pubblicitario di una bottiglia di vino generato dall'intelligenza artificiale Midjourney
Ho chiesto a MidJourney di generare un banner pubblicitario con tanto di claim persuasivo per promuovere un vino bianco frizzante. Ho apprezzato lo sforzo, ma c’è ancora tanto da lavorare.

Un grande contributo, le IA possono fornirlo principalmente nella fase ideativa per tirare fuori rappresentazioni di concetti in una fase di pre-progettazione. Per avere spunti da cui partire ed esplorare più direzioni creative possibili. Se però vogliamo parlare di creatività pura o, addirittura, di arte, senza la componente di dialogo/comunicazione tra autore e osservatore si perde il significato dell'opera stessa e, quindi, il concetto di arte come lo intendiamo in generale. Resta solo l'aspetto estetico, senza la componente dello sguardo dell'artista (o dell'art director e del copywriter di turno).

Le intelligenze artificiali hanno dei limiti?

Naturalmente, l'IA non è esente da problemi. Come con qualsiasi nuova tecnologia, ci vorrà del tempo prima che le immagini e i testi generati dall'IA vengano perfezionati. Nel frattempo, l'industria dovrà risolvere numerose questioni legate ai limiti tecnici, alla proprietà intellettuale alla disinformazione e ai bias (le macchine, in quanto “figlie dell’essere umano”, non ne sono immuni).

Limitazioni tecniche

Attualmente, ciò che viene generato dall'IA è stimolante, ma non perfetto. Le immagini sono spesso sfocate, distorte o comunque inutilizzabili. Questo è prevedibile, poiché la tecnologia è ancora agli albori. Affinché la produzione di contenuti di progettazione grafica sia veramente democratizzata, i ricercatori dovranno continuare a spingere i confini di ciò che è possibile.


Proprietà intellettuale

Un altro potenziale problema riguarda l'etica di un modello generativo che viene addestrato sulla base di opere d'arte esistenti. Chi merita di possedere il copyright di queste opere? È l'artista, l'algoritmo o l'azienda che commissiona il lavoro?

Allo stato attuale, gli utenti degli strumenti di intelligenza artificiale sono liberi di generare e vendere opere d'arte senza doversi preoccupare di violazioni. Ma per molti artisti, questo modello si accosta a una forma di plagio e sfruttamento. Vista la continua evoluzione della tecnologia, potrebbe essere necessario aggiornare le leggi sul copyright esistenti per riflettere questo dilemma etico.


Disinformazione

Infine, c'è la possibilità di abuso. Con l'ausilio dell’intelligenza artificiale, sarà più facile che mai creare immagini fuorvianti. Ciò potrebbe portare alla diffusione di disinformazione, soprattutto se lo strumento viene utilizzato maliziosamente per creare notizie false.


Bias

Bias di tutti i tipi provenienti del corpo di immagini alle quali le IA sono esposte per l’apprendimento: il rischio è che la maggior parte dei risultati siano basati e possano portare a una visione del mondo basata su stereotipi, pregiudizi ed errori di percezione tipici dell’essere umano. 

Quando l'intelligenza artificiale supererà quella umana

L'intelligenza artificiale può fare molte cose per i lavori creativi. Può aiutare a generare idee, progettare e realizzare prodotti e servizi migliori e più efficienti. Inoltre, può essere utilizzata per analizzare i dati e le informazioni disponibili per prendere decisioni migliori.

L'intelligenza artificiale è in grado di generare idee e contenuti originali in modo autonomo, migliorando la produttività dei creativi. I suoi algoritmi possono analizzare enormi quantità di dati e trovare connessioni nascoste, che aiutano a comprendere meglio il contesto e a identificare le opportunità.

Inoltre, l'IA può essere utilizzata per creare prototipi e mock-ups, che consentono ai creativi di testare le loro idee in modo rapido ed efficace.

L'intelligenza artificiale sta già superando l'uomo in molti campi, dalla medicina alla finanza. Tuttavia, c'è ancora un ambito in cui l'uomo riesce a mantenere il vantaggio sulla macchina: la creatività.

O almeno, questo è quello che pensavamo fino a poco tempo fa. Adesso, però, sempre più esperti di IA sostengono che le macchine sono destinate a superare l'uomo anche in questo campo.

In effetti, già oggi esistono algoritmi in grado di generare musica, poesie e persino dipinti. E sebbene queste creazioni non siano ancora all'altezza dell'uomo, è chiaro che il divario sta rapidamente diminuendo.

In futuro, quindi, potremmo assistere alla nascita di veri e propri "robot artisti", capaci di realizzare opere d'arte complesse quanto quelle degli uomini.

La scrittura creativa è un'attività che coinvolge molteplici fasi, dalla pianificazione del tema che si vuole affrontare alla ricerca su argomenti correlati, passando per la strutturazione dell'articolo in modo che sia scorrevole e coerente. Sebbene tutte queste operazioni possano sembrare complesse, scopri in questo articolo come il software alimentato da IA può renderle molto più semplici!

Hai letto l’articolo fino alla fine? Allora ti svelo un piccolo easter egg ;)

Dal momento che hai letto tutto l’articolo deduco che l’argomento desti in te un certo interesse, per questo ho deciso di nascondere un piccolo contributo all’interno dell’articolo che ti permetta di “toccare con mano” l’argomento in questione. Hai notato un cambio repentino nello stile di scrittura nel paragrafo “Quando l'intelligenza artificiale supererà quella umana”?
Mi auguro di sì, perché di fatto non è stato scritto da me, ma da un’AI, per la precisione da “Copymatic.ai”. Il paragrafo è stato interamente ideato dall’“article generator” del sito, senza alcun intervento di modifica da parte mia (mi sono limitato a dare in pasto all’algoritmo alcune keywords e un titolo, niente di più). 

Sorvolando sull’inquietante affermazione “le macchine sono destinate a superare l'uomo”, nella quale l’AI si è concessa uno slancio di faziosissimo orgoglio pseudo-androide, per il resto notiamo un contenuto piuttosto piatto, scevro di approfondimenti e decisamente poco condito di caratterizzazioni. Sicuramente i progressi fatti in tempi estremamente brevi sono notevoli: basti pensare che fino a una manciata di anni fa certi risultati erano pressoché impensabili, mentre oggi chiunque può concedersi un assistente robot per la creazione contenuti testuali (e non solo). Tuttavia, nonostante i progressi della tecnologia, noi professionisti della creatività possiamo dormire sonni tranquilli. Il lavoro di content designer e di copywriter sono sicuramente in mutamento, ma sono salvi e, chissà, magari lo saranno ancora per qualche anno.


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Federico Bocchile

Creative Writer