Young Signorino e la comunicazione musicale nell'era dei social

Parole
Christian Pergola
Tempo di lettura
5

“Alfa-Alfa-Alfabeto ah uh Ah uh Ah uh ah. Alfa-Alfa-Alfabeto rappapappapappapà.”

A

 

Dark Young Polino

Quello che fa Young Signorino non è tanto dissimile da ciò che Marcel Duchamp e Piero Manzoni fecero nel corso del Novecento, sconvolgendo letteralmente il panorama dell'arte internazionale, instaurando una frattura epistemologica aperta ancora oggi e che suscita accesi dibattiti nel mondo dell'arte contemporanea. Entrambi lavorarono su un concetto in totale contrapposizione rispetto ai canoni estetici e di bellezza dell'arte come conditio sine qua non: Duchamp elevò a opera d'arte un orinatoio, Manzoni una scatoletta contenenti le sue feci. Il primo voleva dimostrare che l'arte contemporanea aveva un suo valore intrinseco, valore politico e di rivolta ai canoni imposti, valore in quanto pensiero e non mera ars, mera techné; la decontestualizzazione di un orinatoio, ribaltato e firmato forse non bastava a rendere l'opera di Duchamp un'opera d'arte — o forse sì, vista tutta la riflessione sul ready-made e sui concetti di testo e contesto cari alla semiotica —, ma il rifiuto da parte della Society of Indipendent Artists a mostrarla in pubblico e l'atto di gettarla nella spazzatura dopo averla scambiata per un orinatoio qualsiasi (con grande eccitazione dello stesso Duchamp) esaltarono ancora di più il valore del gesto di rivolta. La Fontana di Duchamp dimostra così che non è sufficiente ribaltare un orinatoio per fare un'opera d'arte, ma è necessario ribaltare un orinatoio per fare un'opera d'arte. 

<< Se Mr. Mutt abbia fatto o no la fontana con le sue mani non ha importanza. Egli l'ha scelta. Ha preso un comune oggetto di vita, l'ha collocato in modo tale che un significato pratico scomparisse sotto il nuovo titolo e punto di vista; egli ha creato una nuova idea per l'oggetto. >>
[Marcel Duchamp]

Duchamp e Manzoni

Per non parlare poi della celebre Merda d'artista di Manzoni, scatolette serializzate contenenti le feci dell'artista stesso, oggetti privi di alcun valore e venduti oggi a centinaia di migliaia di euro. Quale modo migliore per dimostrare che il sistema dell'industria culturale — e dell'arte contemporanea in generale — era completamente corrotto e mercificato, se non quello di tentare di elevare la propria merda a opera d'arte... e riuscirci?!

Allora, avete capito cosa stanno facendo Young Signorino e la Dark Polo Gang? Vi stanno dimostrando che non siamo più capaci di distinguere la parodia dalla realtà; il panorama musicale italiano è invaso da centinaia di canzoni vacue, inutili, puerili, ripetitive, profondamente omologate e che vengono fruite quotidianamente e spasmodicamente dalla massa, da un pubblico depensante e culturalmente appiattito. E così proliferano sui social network centinaia di parodie che ironizzano su questi artisti, ne deridono le gesta, ne contemplano il ridicolo, senza rendersi conto di star ironizzando sé stessi, deridendo la propria capacità critica e contemplando la propria ingenua vanagloriosità (o forse stanno solo sfruttando l'ingenuità del pubblico di massa).

E se è vero che quanto finora scritto sia legittimamente opinabile, è altrettanto vero che viviamo in un periodo storico in cui la realtà va finzionalizzandosi e la finzione si fa sempre più reale. E allora concedetemi il beneficio del dubbio, perché come scrive Giacomo Leopardi ne Lo Zibaldone <<la nostra ragione non può assolutamente trovare il vero se non dubitando [...] e non solo il dubbio giova a scoprire il vero ma il vero consiste essenzialmente nel dubbio, e chi dubita sa, e sa il più che si possa sapere>>.

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