Dalla SEO al GAIO: la discoverability nell’era dell’AI generativa

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Ilaria Incao
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Lisa Vitaloni
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4

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Dalla ricerca alla conversazione

Oggi non si cerca più soltanto, si chiede, si vuole una risposta diretta, rapida e personalizzata.
La Generative AI ha aperto un nuovo paradigma: interazioni conversazionali, risposte sintetiche, percorsi decisionali non lineari.

I numeri parlano chiaro: 

  • Il 71% dei consumatori vorrebbe che l’AI generativa fosse integrata nelle proprie esperienze d’acquisto.

  • Oltre la metà (58%) dei consumatori ha sostituito i motori di ricerca tradizionali con strumenti di Gen AI per quanto riguarda le raccomandazioni di prodotti e servizi.

  • Due terzi dei consumatori appartenenti alla Generazione Z e Millennial cercano contenuti iper-personalizzati e consigli sui prodotti basati sull’AI generativa.
    Il consumatore vive quindi in uno stato di domanda continua: non naviga, guida il processo. Vuole risposte su misura, immediate, in ogni fase del funnel.

Google AI Overview: la rivoluzione silenziosa

In questo nuovo contesto, Google AI Overview ha cambiato radicalmente le regole del gioco. Secondo uno studio del Pew Research Center, quando compare un AI summary solo l’8% degli utenti clicca su un link tradizionale, contro il 15% quando l’overview non c’è.

Oggi circa il 75% delle query su Google viene risolto senza che l’utente clicchi un link, ricevendo la risposta direttamente nella pagina dei risultati.


Il fenomeno della zero-click search si è quindi accentuato, riducendo la visibilità dei contenuti originali e mettendo in crisi la sostenibilità economica di chi li produce. Recentemente Matthew Prince, CEO di Cloudflare, ha evidenziato come il rapporto tra pagine scansionate e visite effettive si sia deteriorato fino a valori estremi: con OpenAI si stimano oltre 1.500 pagine analizzate per ogni singolo visitatore reale.

Le AI scelgono (e filtrano) le fonti: chi resta in gioco? 

Le conseguenze sono chiare: traffico organico in calo, maggiore dipendenza dalle citazioni nelle risposte AI, e un vantaggio crescente per le fonti considerate più autorevoli.
Non sorprende quindi che Wikipedia, Reddit e YouTube siano tra i domini più citati, insieme ai portali governativi (.gov), che negli AI Overviews hanno un peso tre volte superiore rispetto alle SERP tradizionali (6% vs 2%).

Il contesto si traduce in tanti contenuti ma poca visibilità. La rete si sintetizza, ma le fonti originali restano nell’ombra.


SEO, AIO, GEO, GAIO: il nuovo framework

La SEO tradizionale si evolve e si fonde con nuove discipline:

  • AIO (AI Optimization): rendere i contenuti leggibili e utilizzabili dai modelli generativi.

  • GEO (Generative Engine Optimization): pensare non solo a Google, ma anche ad altri motori come Perplexity o You.com, dove la risposta sostituisce la SERP.

  • GAIO (Generative AI Optimization): ottimizzare la presenza del brand nelle risposte AI, lavorando sulle brand mentions in fonti esterne autorevoli.


Questi livelli si alimentano a vicenda: la SEO influenza la probabilità di citazioni AI, e i modelli generativi rielaborano i dati della search.
Chi riesce a far dialogare questi due mondi, ottimizzazione per i motori di ricerca e ottimizzazione per l’intelligenza artificiale, ha in mano le chiavi della nuova discoverability. 

Oggi non si tratta solo di posizionarsi su Google, si tratta di entrare nelle risposte generate dall’AI, di essere citati, riconosciuti, percepiti come autorevoli. 
E visto che le scelte d’acquisto si basano sempre più spesso sulle risposte AI, esserci dentro fa tutta la differenza. 

Il futuro: marketing adattivo

I modelli di intelligenza artificiale diventano quindi i nuovi snodi decisionali tra le diverse fasi: streaming, searching, scrolling, shopping.
I brand devono quindi ripensarsi dentro le conversazioni AI, e solo chi saprà esserci con contenuti ottimizzati, credibili e riconosciuti, resterà visibile, rilevante e competitivo nella nuova era della discoverability.


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