- Business e performance
- 05.09.2022
KPI e-Commerce: quali monitorare e perché
Iniziamo una conversazione
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Bere bene è un processo semplice, ma che richiede passaggi precisi.
Step 1: sentire la voglia di un buon bicchiere di vino. Step 2: cercare su Google “vini naturali online”. Step 3: trovare Rolling Wine, visitare l’e-commerce e innamorarsi dell’anima del brand. Step 4: ritrovarsi con il carrello pieno di bottiglie e col sorriso.
Vediamo come lavorare sulla brand experience possa influire positivamente sull’esperienza di acquisto dell’utente e, di conseguenza, sui tassi di conversione.
Rolling Wine è un brand giunto a noi con un carattere ben delineato, schietto e genuino.
Tommaso, il CEO di Rolling Wine, era determinato a raccontare l’identità del proprio e-commerce attraverso un'esperienza d'acquisto distintiva e ricca di storytelling. Il nostro compito era di unire le performance e le funzionalità di un e-commerce a una brand experience coinvolgente, in grado di esprimere i valori dell’azienda e che facesse respirare la stessa aria che si respira all’interno della community di Rolling Wine.
Una cosa alla volta però: in questo articolo vediamo come il nostro know-how nel settore food & beverage ci ha permesso di affrontare egregiamente questa sfida nata sotto il segno della brand experience.
Quando un brand, come Rolling Wine, gode di una community definita e di una figura di riferimento ben nota al suo seguito, come Tommaso, l’obiettivo principale è di non andare a snaturare (parlando di vini naturali è proibito) quello che è ed è stato l’approccio comunicativo amato dal seguito preesistente ma, al contempo, creare qualcosa di estremamente attrattivo per un nuovo pubblico potenziale.
La brand experience ci aiuta proprio in questo: rivelare quella che è la vera essenza del brand, aiutandolo a mettere ordine dove serve e a comunicare quello che conta.
Quando ci si approccia a un brand nel settore food & beverage per un progetto di brand experience (essenziale per stimolare i clienti anche da un punto di vista esperienziale ed aumentare sia il legame che l’apprezzamento del brand) dobbiamo avere ben chiaro l’utente ideale a cui vogliamo rivolgerci.
Andiamo quindi a creare delle buyer personas, delineando:
Ma prima ancora è necessario chiedersi ed essere consapevoli di chi siamo:
Una volta riempite tutte le caselle possiamo passare al secondo livello: comunicare quella che è l’essenza del brand in maniera che i clienti la comprendano non solo a livello razionale, ma soprattutto sul piano emotivo ed esperienziale. Empatizzando con gli utenti gli permetteremo di empatizzare con noi.
Parlare di marketing esperienziale può sembrare, per certi aspetti, in contrapposizione con il concetto di brand experience: mentre la prima mette al primo posto l'esperienza d’acquisto e consumo dell’utente, la brand experience può far pensare che ci si incentri solo sul brand, ma questa è una conclusione errata.
Entrambe le discipline sono, una volta applicate nel concreto, praticamente sovrapponibili e mirano a far vivere al cliente l’esperienza ideale, ma parlando il linguaggio del brand.
Per Rolling Wine, ci siamo concentrati su alcuni aspetti imprescindibili per avere un impatto significativo sull’esperienza dell’utente. Al netto di uno studio di un’architettura dell'informazione apposita per un sito e-Commerce, abbiamo unito competenze tecniche e creatività pura per valorizzare al massimo:
Per rendere l’esperienza d’acquisto degli utenti più piacevole possibile, dando al contempo spazio a suggestioni ed emozioni coerenti col brand, ci siamo cimentati nell’ardua impresa di creare un “perimetro al caos”, ovvero prendere quello che il mood di Rolling Wine esprime e renderlo fruibile e apprezzabile all’interno delle logiche tecniche tipiche di un e-commerce. Questo funziona anche per quanto riguarda la customer retention: un utente che vive il brand, lo apprezza e se ne sente parte integrante è un utente che comincia a credere nel brand stesso, inizia a provare simpatia per il marchio e, inevitabilmente, prende fiducia, torna ad acquistare e può perfino aumentare il suo carrello medio.
Una direzione creativa recettiva e propositiva ci ha permesso di trovare un compromesso tra ordine ed espressione, tra precisione e libertà. All’interno dei perimetri creati e avvalendoci di linee guida precise ci siamo mossi per valutare il livello di coinvolgimento, la soddisfazione o lo stress che l’utente avrebbe potuto provare durante l’utilizzo dell’e-commerce sia da mobile che da fisso.
Valutare quegli aspetti tipici del neuromarketing, come lo sforzo cognitivo dell’utente medio in un processo di acquisto e valutare strategie per il mantenimento di un flusso di attenzione ottimale, sono aspetti di psicologia legati alla user experience che cerchiamo di mettere in pratica in ogni progetto.
Soprattutto nel settore food & beverage, uno dei settori con cui le persone interagiscono più frequentemente e nel quale la concorrenza è estremamente serrata, creare un’esperienza di brand in linea con gli ideali degli utenti e che permetta a questi di soddisfare i propri bisogni espressi e non, favorisce la fidelizzazione. Chi visita il sito senza trovare frizioni e vivendo un’esperienza immersiva del brand tende, se stimolato con le giuste leve, ad acquistare il prodotto in maniera quasi automatica.
Se prima cibo e vino erano visti solo come prodotti atti a soddisfare dei bisogni primari, ora ricoprono sempre più un valore emotivo ed esperienziale, motivo in più per proporre agli utenti quel tipo di sensazioni che va ricercando.
Gli interventi fatti su Rolling Wine sono stati molteplici e tutti gli sforzi sono stati focalizzati sul rafforzamento dell’e-commerce in tutti i suoi aspetti, lavorando con la SEO, la user experience e, immancabilmente, con la brand experience. Quello che subito ci balza all’occhio è il tasso di conversione dell’e-commerce: aumentato del 9% rispetto alla versione precedente dell’e-commerce.
Altro aspetto da prendere in considerazione è la durata media delle sessioni di navigazione, le quali risultano aumentate del 7,8% rispetto alla vecchia versione del sito. Questi dati ci indicano, uniti alla netta diminuzione della frequenza di rimbalzo (diminuita del 6,8%%), come una serie di strategie congiunte e ben attuate, tra cui lo studio e l’applicazione di logiche legate alla brand experience, possano dare nuovo lustro a qualsiasi brand.
Quando si vuole attuare una strategie per massimizzare le conversioni all’interno di un e-commerce è impensabile lasciare in secondo piano gli aspetti comunicativi legati alla brand experience. Come facciamo a dirlo? Lotrèk è un’agenzia data-driven e, come tale, ci facciamo guidare dai dati quando dobbiamo prendere decisioni e attuare strategie: i numeri, a oggi, ci indicano questa direzione; per questo li ascoltiamo.
Sei sicuro di offrire ai tuoi clienti la brand experience che vorresti per loro? Se hai qualche dubbio a riguardo non ti resta che metterti in contatto con noi!
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