Come scegliere il tool migliore per ogni esigenza UX

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Federico Bocchile
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Corinna Stacchini
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Se è vero che “chi ben comincia è a metà dell’opera” è anche vero che saper scegliere il miglior tool per ogni esigenza di UX rappresenta la pietra angolare di un’esperienza epocale tra umani, prodotti, servizi e sistemi

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La UX è una disciplina estremamente complessa, inscindibile da una buona Brand Experience. Prende in considerazione vari aspetti dell'intera esperienza utente dall'inizio alla fine del suo percorso, come la facilità con cui è possibile trovare contenuti su un sito e l’assenza di intoppi durante le animazioni e/o le interazioni online. Un'esperienza utente scadente può allontanare le persone da prodotti e servizi per loro necessari, per questo è importante non solo comprendere le logiche di questa disciplina e avvalersi degli strumenti più adatti per dominarla, ma anche prendere coscienza dei reali bisogni dell’UX Designer e creare i presupposti giusti per scegliere il tool migliore per ogni esigenza UX.

Con Michael Reali, il nostro Design Director (lui sì che la sa lunga in materia), ci siamo posti le domande fondamentali per scegliere i tool ideali per creare rapporti amichevoli e duraturi tra macchine e umani, tra siti e utenti, ma anche, se proprio vogliamo metterci una vena di romanticismo, tra persone e persone. Oggi impareremo a chiedere, perché non esiste nessuna risposta esaustiva senza una giusta domanda.

Prima domanda: per la UX mi serve veramente un tool diverso da carta e pennarello?

Questa è sicuramente la prima considerazione da fare. Molto probabilmente, se si è in cerca di uno strumento è perché, con quelli a disposizione, non si riesce a fare un lavoro all’altezza delle aspettative (oppure si crede di non riuscire a farlo). Perciò ha senso cercare un nuovo tool se stiamo riscontrando dei problemi con gli strumenti attuali.

Detto ciò, è comunque doveroso farsi un’altra domanda: serve un problema per cercare nuovi tool?

Probabilmente la risposta corretta è no. Sarebbe invece preferibile farlo perché si ha una piena consapevolezza del flusso di lavoro e di quello che sappiamo o non sappiamo fare (ma anche di quello che probabilmente non sappiamo di dover fare). In pratica anche la scelta di uno strumento è squisitamente una scelta di progettazione.

Perché serve fare continuamente ricerca e aggiornamento sulle tecniche e sui tool UX?

Le ragioni sono infinite, così come le opportunità che ci attendono là fuori. Ad esempio, se dalla nostra ultima ricerca è passato molto tempo potrebbero essersi evoluti nuovi strumenti di sviluppo in determinati campi.

Inoltre, una ricerca costante ci permette di consolidare la pratica dei metodi che già conosciamo, offrendoci l’opportunità di confrontarci con metodologie nuove o con l'applicazione di nuovi strumenti.

Altro aspetto da tenere sott’occhio è la creazione stessa di nuovi tool: la comparsa di nuove categorie di strumenti sul mercato, probabilmente, indica la nascita di una nuova tipologia di problemi/bisogni e, conseguentemente, possibili soluzioni che sono state trovate per questi. In pratica possiamo scoprire qualcosa che non sappiamo e, soprattutto, quello che non sappiamo di non sapere sulle novità nel mondo della UX

Andando nel pratico: cosa dovrei valutare per scegliere il miglior tool UX?

Non esiste un tool migliore di altri in maniera assoluta. Al mondo esistono migliaia di tool differenti ed elencarli tutti è pressoché impossibile. In compenso, quello che possiamo fare è capire in quale direzione andare e quali parametri utilizzare per orientarci nelle sconfinate terre dei tool per UX Designer. Per ogni compito che portiamo avanti è importante valutare alcuni aspetti prima di procedere con l'acquisto di un tool particolare. 

Prezzo

La valutazione economica è chiaramente una delle considerazioni più importanti da fare. Più è elevato il numero di persone nell'organizzazione che deve/dovrebbe utilizzare lo strumento, più possiamo permetterci di spendere. In questo contesto è importante valutare bene anche quali sono veramente le feature di un tool e in base a quale modello di erogazione, fruizione, fatturazione sono offerte. E poi quali sono i livelli di accesso? Quali sono le limitazioni del piano free? E degli altri piani? 

Per fare un esempio stupido: una fatturazione su base mensile può essere molto utile per aggiungere/togliere utenti su base mensile, quindi in maniera molto più granulare, a un progetto. Però è anche vero che la flessibilità si paga in termini di costi di abbonamento (o mancati risparmi). Insomma, ogni valutazione merita un contesto in cui questa possa maturare correttamente. 

Carico di tempo

Nel segno dell’operatività e della gestione, dobbiamo valutare il risparmio di tempo basandoci sulla curva di apprendimento/utilizzo del tool. Magari aggiunge tempo all'inizio, ma poi, quando si prende familiarità, porta un risparmio di tempo che permette di recuperare con gli interessi il tempo investito in partenza. Oppure, ad esempio, aggiunge sì tempo, ma con dei vantaggi per la produzione evidenti, che fanno sì che l'aggiunta di tempo sia giustificata dal livello di qualità dell'output prodotto.

Carico cognitivo

Oltre all'aspetto del tempo c'è da considerare anche quanto sia mentalmente impattante sull’operatività e sulla gestione:

  1. passare a un nuovo strumento;
  2. utilizzare lo strumento nel giorno per giorno.

Può succedere che operazioni semplici, come fare una lista di task su un post-it, si trasformino in apertura di un software per le to-do list, con creazione di un progetto contenitore e l’aggiunta di una task. Insomma, per assurdo, si aggiungono frizioni al "data dump" dove in realtà, tali frizioni, non dovrebbero esistere. Ci potrebbero, altresì, essere perdite di informazioni importanti per la mancata disponibilità dell'"interfaccia" di una sezione dedicata alla registrazione/collezione delle informazioni.

Ma, d'altro canto, ci potrebbero essere aspetti positivi derivanti dall'uso di un nuovo tool. Per continuare con l'esempio del To-do: delle liste condivisibili di task per gruppi di persone, delle task ripetitive settate in modo automatico, una più facile riorganizzazione/prioritizzazione delle task, e così via.

Capacità di acquisizione

Con quale sforzo e in quanto tempo tutte le persone del team saranno a bordo del nuovo tool? Saranno in grado di fare le stesse cose che facevano prima senza tool o con un altro tool che usavano? Quanto si potrà semplificare la fase di onboarding? La difficoltà d’acquisizione di nuove skill del team e dei singoli è un aspetto da non sottovalutare.

Comunicabilità

Quanto questo nuovo strumento si presta a presentare il proprio lavoro prima internamente (in fase di test, verifica, etc.) e poi con gli stakeholder del progetto (clienti, altre agenzie, etc). Quanto è adatto questo strumento a comunicare in modo semplice concetti e scenari complessi? In altre parole, quanta complessità può essere efficacemente e facilmente rappresentata?
Perciò, teniamo sempre a mente quanto e come è possibile presentare risultati e semilavorati dei prodotti con il possibile tool al resto dell'agenzia e agli stakeholder.

Livello di astrazione/dettaglio richiesto

Siamo sicuri che, ad esempio, la fase di wireframing non abbia bisogno di essere fatta con strumenti semplici? Valutiamo tool in grado di aumentare la velocità di interazione e ridurre l'attaccamento a delle scelte operate. Cerchiamo di non offrire il fianco alle critiche da parte degli stakeholder, focalizzate spesso su aspetti diversi da quelli che ci interessa testare (ad esempio il colore di un bottone, quando invece, in quella fase, sarebbe maggiormente utile una valutazione sulla presenza o meno di esso).

Se hai letto il nostro articolo fino alla fine significa che la UX ti appassiona veramente tanto, perciò perché non approfondire come progettare mettendo al centro la persona grazie alla UX e UI?

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Federico Bocchile

Creative Writer