Google ranking 2021: arriva Page Experience

Parole
Alice Bresci
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7

U

Cosa troverai in questo articolo:

  • Le persone al centro: Page Experience 2021 e i Core Web Vitals
  • L’implementazione degli indicatori visivi per segnalare l’esperienza di navigazione della pagina
  • I contenuti restano il fattore fondamentale, ma si differenzieranno anche in base ai nuovi fattori di ranking
  • Cosa determina una brutta esperienza di navigazione della pagina e come fare per capirlo?
  • Breve storia degli aggiornamenti Google basati sull’esperienza utente

Le persone al centro

L'obiettivo di Google resta sempre quello di riuscire a dare la migliore risposta possibile alle persone in base a quello stanno cercando e, qualsiasi tecnicismo si stia prendendo in considerazione, questo è il criterio fondamentale da tenere a mente quando ci si approccia alla progettazione e alla creazione di contenuti web.

I cambiamenti, in questo senso, riguardano fondamentalmente gli strumenti e le tecnologie, in poche parole i nuovi fattori di ranking che il motore di ricerca implementa per soddisfare al meglio questa richiesta. 

Su cosa si basa Google Page Experience? 

Page experience 2021 prende in esame molti aspetti legati alle modalità di interazione delle persone con la pagina

La velocità del sito, l’HTTPS e l’ottimizzazione mobile sono già da tempo considerati fattori di ranking, la novità è che saranno raccolti sotto un unico cappello e integrati attraverso un set di specifici indicatori di UX, i Core Web Vitals.

Core Web Vitals sono sostanzialmente le metriche che aiutano a determinare alcuni aspetti delle pagine web tra cui:

- la velocità del caricamento della pagina. 

Per comprenderne l’importanza, basti pensare al fatto che le probabilità di conversione di una pagina che si carica lentamente precipitano al trascorrere di ogni secondo (e stiamo parlando di lassi temporali molto brevi che vanno da 2 a 8/10 secondi). 

- l’interattività della pagina, ovvero  il tempo che intercorre tra l’interazione della persona e la risposta a tale interazione.

- la stabilità della pagina che monitora la presenza di eventuali movimenti inaspettati che rendono fastidiosa l’esperienza di lettura. 

Indicatori visivi dell'esperienza

Google implementerà inoltre delle etichette per segnalare quali sono i risultati di ricerca che offrono un’esperienza di navigazione  migliore come ha fatto già con AMP (Accelerated Mobile Pages), il framework open-source che si basa sulla riduzione del peso delle pagine per alleggerire il caricamento da mobile. Le pagine realizzate in APM sono riconoscibili grazie alla presenza di un’iconcina a forma di fulmine con la scritta AMP. 

Se l’esperienza utente viene classificata nella fascia più alta, i segnali visivi che, non sappiamo ancora come, verranno inseriti, con grande probabilità incentiveranno le persone a scegliere il risultato segnalato rispetto agli altri. 

Google ranking 2021: cosa cambia

La qualità dei contenuti della pagina e la capacità di rispondere ai bisogni dell’utente continuano a essere aspetti imprescindibili, la differenza sta nel fatto che se ci sono tante pagine che trattano uno stesso argomento in modo simile, il livello di esperienza di navigazione della pagina diventa un fattore determinante, di conseguenza comprendere questi segnali e apportare le modifiche necessarie deve diventare una priorità.

Cosa determina una brutta esperienza di navigazione?

Le pagine che si caricano lentamente generano frustrazione nelle persone e anche pochi secondi diventano un’eternità. Questo può decretare l’abbandono della pagina a favore di un altro risultato più veloce e performante. 

Strutture complesse, magari esteticamente belle e innovative, ma poco funzionali, possono scoraggiare le persone. 

Allo stesso modo troppi pop up, molte call to action potrebbero disorientare e confondere. Affollare una pagina di informazioni per non perdersi niente alla fine fa perdere tutto. 

L’utente deve riuscire a navigare la pagina e trovare quello che cerca in modo semplice e intuitivo.

I contenuti non devono avere come unico scopo quello di “vendere”, portare a un’azione, convincere con ogni mezzo.

Le persone vogliono essere capite e vogliono entrare in relazione con quello che stanno facendo, per questo entrare in empatia con l’utente è fondamentale. Il dialogo con le persone non inizia e finisce nel momento in cui si entra e esce da un sito come raccontiamo per esempio nella nostra esperienza diretta di e-commerce User Experience

In questo senso, la prima cosa da fare per verificare lo stato di salute di un sito è quello di eseguire una serie di azioni per controllarne i parametri, verificare la velocità e l’usabilità, l’adattabilità e che non ci siano problematiche che potrebbero essere considerate tossiche da Google. Per eseguire un check completo e corretto la soluzione migliore è quella di affidarsi a professionisti che possano effettuare tutti i test del caso e andare a intervenire con strumenti specifico dove necessario. 

Come digital agency con una forte specializzazione nella SEO, su tutti i nuovi progetti, ci stiamo adoperando affinché fin dalla fase di progettazione si riescano a rispettare le linee guida che Google ci richiede, per cui grande importanza alla fase di User Experience con un reparto dedicato e anche con il reparto Sviluppo grande attenzione a tutto ciò che potrebbe peggiorare le performance. Sui progetti invece che abbiamo già e che, magari perché son siti che hanno qualche anno, hanno bisogno di un'attenzione speciale, stiamo facendo delle Audit dettagliate così da individuare gap e punti di intervento soprattutto a livello di web development.

Breve storia degli aggiornamenti Google basati sull’esperienza utente

Per capire meglio l’evoluzione dei fattori di ranking di Google in ottica UX ripercorriamo brevemente la storia dei principali aggiornamenti dal 2011 a oggi:

Google Panda (2011)

Lo scopo principale di questo algoritmo è quello di penalizzare tutti quei contenuti duplicati o di scarsa qualità che hanno solo l’intento di portare traffico al sito, ma che non offrono la risposta giusta a quello che l’utente sta cercando. 

Google Hummingbird (2013)

Hummingbird è l’algoritmo che si basa sulla ricerca semantica e il suo scopo è quello di aiutare il motore di ricerca a capire le intenzioni e il contesto delle ricerche. La parola chiave non basta più, un fattore di ranking importante è l’intero contenuto con una rinnovata attenzione sulle keyword a coda lunga, sempre più utilizzate dagli utenti. 

E-A-T (2014)

Expertise, Authoritativeness, Trustworthiness. 

Lo scopo principale di EAT è quello di incentivare contenuti web affidabili e autorevoli che dimostrino conoscenza e competenza su certi argomenti. 

Mobile-friendly Update (2015)

La costante crescita dell’utilizzo dei dispositivi mobili per effettuare ricerche ha portato Google a dare la priorità ai siti Web ottimizzati per i dispositivi mobile. 

Il responsive design e la struttura delle pagine diventano fattori importanti per il ranking in quanto siti ottimizzati per diverse piattaforme riescono a garantire un’esperienza utente che un bellissimo sito ottimizzato solo per il desktop non può offrire. 

RankBrain (2015)

Utilizzando questo per apprendere e prevedere il comportamento degli utenti, RankBrain ha fornito risultati di ricerca basati su una comprensione ancora migliore delle intenzioni delle persone.

Google Mobile-First Indexing (2018)

L'aggiornamento Mobile-First Indexing annunciava che Google avrebbe utilizzato la versione mobile di una pagina web per l'indicizzazione e il posizionamento.

Produrre contenuti per dispositivi mobili e concentrarsi su velocità e prestazioni è diventato fondamentale per il successo.

Aggiornamenti dell'algoritmo di base (2018)

Il 2018 è stato un anno in cui Google ha rilasciato molti aggiornamenti dell'algoritmo di base che coprono aree come il sociale e il cosiddetto Medical Update.

Dopo l'aggiornamento di agosto, in particolare, John Mueller di Google ha suggerito di rendere i contenuti più pertinenti.

BERT (2019)

RankBrain si basa sull'elaborazione del linguaggio naturale e ha consentito a Google di comprendere meglio le query conversazionali aumentando la profondità e le specificità del contenuto.

COVID-19: marzo 2020

La pandemia mondiale ha avuto un impatto fortissimo sulle ricerche e Google si è preoccupato di fornire alle persone risposte aggiornate e verificate per evitare la disinformazione. 

Con questa emergenza sanitaria si è capito quanto veramente la corretta informazione e la risposta alle domande delle persone abbiano effetti importanti sulla vita quotidiana.

Conclusione

Prima regola di Google: non parlate mai di Google. 

Ripensando ad alcuni degli aggiornamenti e alle modifiche algoritmiche dal 2011 in poi è evidente come Google abbia dato sempre più spazio agli utenti per prepararsi a cambiamenti fondamentali.

L’assetto del motore di ricerca è sempre più calibrato verso le persone, i loro bisogni e le loro aspettative. Le modifiche al layout della SERP sono tese a migliorare le esperienze visive e concettuali.

Quando si progetta e si crea un contenuto per il web non dobbiamo pensare a Google come prima cosa, ma alle persone che fruiranno quel contenuto e Google ne sarà felice.  

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Alice Bresci

UX Copywriter

Dopo aver frequentato la Facoltà di Lettere e rimandato il più possibile la risposta alla domanda “cosa vuoi fare nella vita?”, ho scoperto che per fortuna esistono lavori che ti permettono di cambiare all'infinito. Mi piace leggere, ...